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Vitalic e il linguaggio che porta al cinema

Vitalic, foto di Yann Rabanier

La mia unica ispirazione quando lavoro a un film è il film stesso. Penso che la cosa interessante in questo esercizio sia creare qualcosa di nuovo, totalmente adattato al film”. Sono le parole, queste, di un produttore e compositore francese che da oltre 20 anni ridefinisce il concetto di musica elettronica con il suo tocco inimitabile, energico e melodico. Sono le parole di Pascal Arbez-Nicolas, noto ai più come Vitalic, che trasforma brani in qualcosa di epico e che sono diventati spesso dei classici della club culture.

Dopo aver collaborato con Daft Punk, Bjork, Moby, Royksopp, Paul Kalkbrenner, Jean-Michel Jarre e tantissimi altri, in 13 aprile l’artista presenta la colonna sonora di “Disco Boy” grazie al legame con il regista Giacomo Abbruzzese. Su etichetta Clivage Music / Citizen Records, è il suono questo del film in concorso alla 73ma Berlinale.

Dieci anni dopo la sua prima esperienza nelle colonne sonore, Vitalic torna nel mondo del cinema ma con un nuovo approccio.

Per il primo film a cui ho lavorato, ‘La Leggenda di Kaspar Hauser’, ho avuto la libertà di creare ciò che volevo ed il regista ha semplicemente scelto ciò che gli piaceva”, spiega Vitalic. “Lavorare con Giacomo (Abbruzzese) è stato davvero interessante e c’è stata molta interazione tra noi. Quando ho iniziato, mi ha dato molte idee sulle direzioni che avrebbero potuto prendere le tracce. Poi, ho letto la sceneggiatura e ho lavorato mentre stavano girando. C’è stato un momento in cui ero a Réunion per suonare all’Electropicales Festival e lui stava girando proprio nello stesso momento e così ho potuto assistere ad alcune scene”. È stato allora che Vitalic ha composto la musica, per la sezione del film ambientata a Réunion, del brano “Disco Boy (Coeur Des Ténébres)”.

Mi ci sono voluti due anni per finire la musica del film e nel mentre stavo anche registrando il mio doppio album, ‘Dissidaence’. Durante il montaggio del film è stato fatto un enorme lavoro sulla musica, con molte interazioni tra me ed il regista. Giacomo mi ha spiegato il tipo di suoni che voleva, l’atmosfera, e mi ha dato vincoli di tempo molto specifici”.

Vitalic è stato contattato diverse volte in passato da registi che gli chiedevano di creare musiche per i loro film. Ma ha sempre rifiutato. Con Abbruzzese però è stato diverso. “Abbiamo entrambi un forte legame che ci lega alla musica e con la musica. Aveva un’idea precisa di quello che voleva, ma mi ha comunque permesso di sperimentare. È un modo affascinante di lavorare. Inoltre Giacomo descrive molto bene la mia musica, dice che faccio musica ‘ascendente’, che nasce dalla terra, dal ritmo e sale verso la melodia, verso qualcosa di cosmico. Mentre scrivevo la colonna sonora, cercavo suoni insoliti, a volte più ambient, mentre i brani che realizzo per i miei album hanno un lato più pop ed una costruzione techno più immediata”.

Fare musica per un film è prima di tutto per Vitalic “un incontro con un regista e il mio lavoro, come condividere un linguaggio comune. Musica e film sono intimamente connessi, credo. Ho scoperto molta musica attraverso il cinema e il cinema è stato anche un’ispirazione per la mia musica”.

Per “Disco Boy” alcune tracce esistevano già prima che iniziaste a lavorare al film stesso. “Il tema principale doveva essere nel mio album, Dissidaence’, ma Giacomo voleva la canzone per il film. Anche altri due brani sono tratti da questo album. Le altre canzoni sono state realizzate per il film, create durante il montaggio, quasi in tempo reale del montaggio”.

Incorporare musica elettronica in un mezzo visivo non è mai semplice. Ci sono state delle sfide che Vitalic ha dovuto affrontare in termini di equilibri tra musica, dialoghi ed effetti sonori. La sfida riguardava la comunicazione con Giacomo.All’inizio ha un’idea molto precisa di quello che vuole e ha anche un ottimo orecchio. Ma parliamo lingue diverse e abbiamo dovuto trovare un terreno comune per capirci.L’equilibrio tra dialoghi e sonoro è totalmente il cambio del regista”.

Vitalic ricorda di aver usato un sintetizzatore virtuale sul suo iPad. “Ero in una stanza d’albergo per ammazzare il tempo. Ho fatto alcuni suoni e sequenze. E ho trovato qualcosa di rimbombante e veramente forte che ho mandato a Giacomo. E questo è diventato l’espediente principale del film declinato in diverse versioni”.

Per realizzare la colonna sonora non è stata utilizzata alcuna intelligenza artificiale. Niente da dire ancora perché non ho ancora sperimentato.Ma parlando in modo approfondito del concetto, non chiamo mai ‘fatta in casa’ una pizza surgelata che ho appena messo in forno”.

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