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Il suono colto e organico di Rival Consoles

Ryan Lee West è noto tra fan e addetti ai lavori per far risaltare i suoni di sintetizzatore come un qualcosa di umano e ricco di stile. Lo fa come Rival Consoles. Dopo diversi lavori, il produttore londinese ha pensato bene di lavorare su un suono più organico umanizzandolo, tanto da arrivare a un’esibizione presso la Tate Gallery grazie a una specialissima Boiler Room. La ricerca e il voler entrare ancor più in contatto col pubblico lo ha portato a suonare in festival come Sónar, Moogfest, FORM, Mutek e Roskilde. Recentemente ha sorpreso i suoi sostenitori con un singolo, “Echoes”, che ha anticipato il suo album su Erased Tapes, “Now Is”, fuori venerdì 14 ottobre.

Come e quando hai prodotto questo lavoro?

L’ho realizzato durante la pandemia. Poiché il mio precedente disco, ‘Overflow’ era così oscuro e distopico, ho finito per esplorare musicalmente un terreno diverso, maggiormente delicato e sensibile. Ho sperimentato moltissimo registrando pianoforti, batteria, chitarre, creando loop di nastri, esplorando idee minime in enormi quantità di variazioni. Ci sono temi ricorrenti nel disco, come la registrazione ambientale dell’esterno nelle prime ore del mattino e molte registrazioni di pianofortee di chitarre riprese nel loft”.

Cosa intendi con il titolo “Now Is”?

Si tratta di un’affermazione incompleta, una cosa che mi piace perché adoro le idee aperte, indefinite, idee che sembra siano in contrasto con gli atteggiamenti così rigidi che la gente spesso tiene online”.

Di cosa pensi che abbiano bisogno i giovani produttori per migliorare le loro tracce?

Stiamo parlando di una generazione fantastica, nata in un panorama fatto di tecnologia e di consapevolezza di una produzione apparentemente illimitata. È una generazione che dovrebbe esplorare il potere della moderazione pensando davvero a cosa stia succedendo nel mondo e valutando i processi di lavoro, di ricerca”.

Dove possiamo davvero andare, a livello musicale, in termini di sperimentazione?

Il settore è vulnerabile, c’è molto materiale creativo inesplorato in giro. Gran parte della produzione musicale riguarda il rafforzamento e il far suonare le cose in modo più imponente, profondo, ampio; così i miei pensieri si soffermano sui valori opposti”.

Pensi che l’intelligenza artificiale (e gli algoritmi) sarà deleteria per la produzione musicale o la supporterà o addirittura la migliorerà?

Molto dipenderà da come l’essere umano percepirà l’AI, se come un altro strumento, allo stesso modo delle DAW, o come un aiuto a destreggiarsi e gestire il flusso di produzione”.

Come pensi possa evolversi il settore della produzione musicale in relazione all’arrivo delle nuove tecnologie?

La produzione musicale ha sempre abbracciato le nuove tecnologie. Le persone sono sempre entusiaste di esprimere i concetti in nuovi modi. L’interconnessione è alla base di tutto”.

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