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Neja, il singolo “I’m Alive” con Watt & Jack

La copertina realizzata da Roby Giordana Aimasso che riprende un quadro di Vincenzo Ganadu è il segno del cambiamento, dell’ennesimo passo epocale nel mondo di un nuovo modo di fare intrattenimento, soprattutto nella nicchia della musica dance. La cantante Neja si riaffaccia sulla scena grazie a una collaborazione con il duo Watt & Jack, che negli ultimi tempi spazia dalla musica del passato a quella del presente cercando di immaginare il suono del futuro. “I’m Alive” è il singolo su New Music International che sigla un sodalizio, quello tra la coppia di dj e produttori e l’ugola storica interprete della dance italiana da esportazione.

L’idea è partita da Walter ‘Watt’ Mangione; mi aveva mandato il brano chiedendomi di scrivere il testo. Ascoltandolo mi sono subito resa conto che aveva qualcosa di speciale, di ipnotico”, spiega Neja entrata in contatto con Watt & Jack anni fa durante una serata anni ‘90. “Loro erano lì come Brothers. Ci eravamo un po’ persi di vista, ma in occasione della registrazione del brano ‘L’Amour Toujours’ che abbiamo rivisitato in edizione natalizia con tanti artisti dance anni 90 ci siamo ritrovati”.

Come sono nati i tuoi ultimi singoli?

Non avendo ancora un team di produzione con cui fare un progetto più mirato e corposo ed essendo io un’autrice e melodista ho ricevuto, come nel caso di Watt & Jack, dei brani da ascoltare ed ho scelto di cantare quelli che mi trasmettevano più emozioni”.

Ti dedichi ancora alla produzione e al canto di musica acustica?

Assolutamente sì per me è vitale… ho diversi progetti in ballo: uno riguarda un duo chitarra voce e loop station, un altro con un quartetto d’archi tutto al femminile e un terzo con uno straordinario armonicista siciliano con cui faccio concerti jazz e inoltre un tributo ad Ennio Morricone”.

Come artista, come vivi e come ti organizzi in base alle restrizioni? Sei riuscita a fare qualche live nei mesi scorsi?

Purtroppo a parte alcune dirette Instagram durante il primo lockdown per cercare di tirarmi e tirare su il morale, ho solo fatto un concerto in streaming prima di Natale. È stato molto strano, ma meglio di niente”.

Come sopravvivere in questo momento di sovrappopolazione nell’intrattenimento?

Vorrei rispondere che la qualità premia sempre, ma quello che vedo in altri artisti e quello che vivo io, spesso si muovono su altri parametri: là fuori è una giungla. Io sono spinta da un amore puro per la bella musica, quella che fa stare bene. L’esigenza di esprimersi e di dare emozioni hanno comunque la meglio e non mi fanno ancora fare marcia indietro, nonostante le difficoltà”.

La specializzazione alla fine paga?

Alla lunga credo proprio di sì. Nel mio caso forse mette a tacere molte insicurezze e ad affrontare meglio le paure”.

Come e quanto dovremmo ascoltare i giudizi altrui senza condizionare la nostra creatività?

Faccio un esempio con il brano ‘I’m Alive’: mi hanno detto tutto e il contrario di tutto. In passato questa cosa mi metteva in crisi ma non in questo caso specifico perché sono fermamente convinta delle potenzialità del progetto. Direi quindi che la risposta giusta è: se un giudizio ti mette in crisi forse è perché anche tu non ne sei tanto convinto”.

È giusto sottolineare l’identità sonora, la riconoscibilità di un artista attraverso il suo suono, la sua interpretazione?

Credo sia necessario per essere riconoscibili. Ma questo non dovrebbe costituire un vincolo. Con il tempo le persone cambiano, le esperienze ti cambiano ed è giusto che anche la propria identità sonora segua il cambiamento. Spesso questo può spiazzare i fans che si affezionano ad un artista e vorrebbero rivivere sempre la prima emozione. Io personalmente mi stancherei di un artista troppo autoreferenziale. Mi piace chi si assume dei rischi”.

Quanto è importante il dettaglio nella musica?

Per chi ha un orecchio allenato è fondamentale, è proprio quello che fa la differenza. Non trovi che molte basi di brani italiani di oggi possano essere intercambiabili? Io ho provato con mia figlia: ho messo la base di un famoso brano estivo della scorsa estate e sopra siamo riuscite a cantare almeno 10 melodie diverse di altri brani. Allora il dettaglio dov’è?”.

Come pensi che il settore della produzione musicale possa evolversi in relazione all’arrivo di nuove tecnologie?

È già completamente stravolto rispetto a quando sono uscita io a fine anni ‘90, infatti questa cosa mi spiazza molto. La musica sarà sempre più liquida e le produzioni sempre più veloci e con il producer che fa tutto. Ma a me manca davvero tanto registrare dischi con i musicisti dopo mesi di sala prove. Resto nostalgica”.

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