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Kadebostany racconta il nuovo album

Kadebostany, foto di Kate Bondarenko

Ha annunciato il nuovo album “Play this at my funerals”, fuori venerdì 2 giugno. Ha anticipato tutti col singolo “Like a Dream”. Registrato nel corso di circa tre anni tra Losanna, Istanbul, Kiev, Atene e Parigi, il lavoro di Guillaume de Kadebostany, e del suo staff, è il perno sul quale ruotano i sentimenti attraverso una tracklist speciale. Che il leader del progetto ama a tal punto che vorrebbe venisse suonata al suo funerale.

Con i suoi acclamati lavori discografici (come le hits “Castle in the Snow”, “Mind if I stay”, “Early morning dreams”, “Save me” e tante altre), Kadebostany è considerato uno dei profili più interessanti della musica pop moderna indipendente europea: ha realizzato oltre 5 miliardi di stream globali, più di 700 spettacoli, diversi singoli che hanno scalato le classifiche arrivando nella top10 di oltre 30 paesi e ottenuto importanti riconoscimenti che lo hanno fatto apprezzare dalla critica musicale di tutto il mondo negli ultimi dieci anni.

“Play This at My Funerals” è composto da dodici canzoni che mescolano influenze folk all’elettronica. Dall’orchestrale “Eulogy” alla sofisticata “Wild in Secret” passando per “Tears are Salted”, questa è la testimonianza della capacità di Kadebostany di creare musica personale, riconoscibile, e la possibilità di coinvolgere artisti anche emergenti ma caratura internazionale come la greca Vassilina, la francese Angie Robba, il turco Barış Demire e la rumena Valeria Stoica, senza contare l’italiana Serepocaiontas.

Il 12 ottobre a Milano per un live alla Santeria Toscana, Guillaume de Kadebostany si racconta a Danceland.

Si tratta del mio quarto album. Venuto alla luce tra l’altro come spunto creativo durante un funerale, ma non per questo caratterizzato da un suono triste. Certi momenti così introspettivi invece fanno riflettere e crescere, disegno la mia musica in tutti i momenti della giornata, questa è stata così la mia visione dopo un funerale. La mia musica deve unire e fare crescere. Quindi mi sembra sensato anche il titolo”.

Come hai conosciuto Vassilina?

Aveva fatto due date tutto esaurito ad Atene, l’ho sentita anche a teatro, si è dimostrata subito elegante. Così, è venuta a Parigi e abbiamo iniziato a lavorare insieme”.

Come sono state prodotte le tracce di tutto l’album?

Passo dopo passo e in modo naturale. Quando scrivo musica non penso subito alla produzione: suonando la chitarra e il piano, butto giù delle cose molto semplici; nel caso, le complico e le lavoro con delle modifiche e arrangiamenti lasciandomi andare in fase di produzione. Insomma, parto dalla canzone e poi penso alla produzione”.

Come gestisci la produzione e il suono in studio e nei live?

Nella mia Repubblica apro le porte a tutti e ogni album spesso cambia il setup e quindi anche il collettivo, cambia il modo di interfacciarsi, così devi stare sereno e costruire e ricostruire i rapporti. In fondo, è bello mettere insieme tanti elementi e vedere cosa può emergere da questo; le problematiche tecniche vengono dopo ma sono cose che si possono sempre risolvere; invece il feeling è un’altra cosa”.

Vale ancora la pena di fare un album nell’era di Spotify e di una costante pioggia di singoli?

Un album è un punto fondamentale per un artista. Penso che della buona musica stia dentro un buon contenitore”.

Tracklist “Play this at my Funerals”:

1. Eulogy feat. Angie Robba

2. Like a Dream feat. Barış Demirel & Angie Robba

3. Lovelace feat. Vassiłina

4. Euphoria feat. Barış Demirel & Serepocaiontas

5. Purple Sugar Kiss feat. Vassiłina

6. Demons feat. Angie Robba

7. Wild in Secret feat. Valeria Stoica

8. Pushing against Gravity feat. Serepocaiontas

9. Take me to the Moon feat. Valeria Stoica

10. Tears are Salted feat. Vassiłina

11. 22 Missed Calls feat. Angie Robba (Interlude)

12. 22 Missed Calls feat. Angie Robba

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