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L’atteso ritorno di Adriano Canzian

Adriano Canzian nasce nel Trevigiano. Ha la fortuna di crescere frequentando, nella fine degli anni ‘80, uno dei club più di tendenza dell’epoca, Il Movida di Jesolo, “assimilando la musica elettronica che veniva suonata”. Nel 1993 decide di partire per Roma, studia scultura e grafica e poi pittura e Arte contemporanea presso l’Accademia delle Belle Arti, città dove si trasferisce a 19 anni. Nel 1995 inizia ad esporre le sue opere in diverse gallerie d’arte a Roma, Londra, Parigi e New York. Le sue rappresentazioni erano focalizzate solo su icone religiose e psicofarmaci. Nel frattempo, nel 1996 si trasferisce a Parigi e inizia una carriera parallela come produttore musicale, lavorando con il mondo della moda e del teatro sperimentale. Nel 2003 firma il suo primo contratto musicale con la tedesca International DJ Gigolo Records di DJ Hell. Il resto è storia.

Cosa ti ha impedito di produrre nuova musica o di fare esibizioni durante questo periodo di inattività? I fan chiedono che fine avevi fatto.

In realtà non mi sono mai fermato a livello di produzioni.Per quanto riguarda i miei live e le mie performance dai primi mesi del 2020, causa pandemia,il settore è andato in coma. I club erano chiusi, i dj non lavoravano e quindi non compravano musica. È stato devastante per tutti i producer, i dj, le case discografiche e le piattaforme che vendono musica.L’unico settore che ha quadruplicato gli introiti è stato quello degli streming, per ovvie ragioni”.

Adriano Canzian in una foto di Alberto Gallitto

Come hai affrontato il blocco creativo e quali strategie hai utilizzato per superarlo?

C’è stato un momento in effetti che non accendevo nemmeno più il computer e i monitor che uso solo per produrre.Una sera ho avuto un colpo di testa, ho cancellato il profilo d’artista su Facebook, che aveva moltissimi follower, e poi ho cancellato una sacco di gente dal profilo personale, sempre su Facebook, e dal profilo Instagram. Volevo chiudere definitivamente questo capitolo. Ero saturo.Poi, un po’ alla volta, mi è tornata la voglia di produrre ma non so spiegarne il motivo. È successo e basta”.

Hai considerato di collaborare con altri artisti durante questoperiodo di inattività? Se sì, con chi?

In generale, non mi piacciono le collaborazioni (vedi l’ottimo progetto The Fool’s Stone finito malissimo). Preferisco i remix, mi lasciano la totale libertà di lavorare come voglio.In realtà, l’esperimento collaborazioni l’ho fatto con il mio ultimo album, ‘Damned’, uscito nel 2018 con l’etichetta inglese Icon Series. Evidentemente, mi volevo far male proponendo a 12 artisti molto noti di fare dei pezzi insieme.C’erano nomi importanti come David Carretta, Al Ferox, The Horrorist, Millimetric.Il risultato è stato molto soddisfacente ma a volte è stato un incubo collaborare con loro. Mi hanno fatto letteralmente dannare. Da qui il titolo dell’album”.

Adriano Canzian in una foto di Marco B Bucci

Il 2023 sarà l’anno del tuo rilancio a livello di release: tanti remix in uscita, anche in vinile, cd, cassette,due EP nuovi.

Uno, tra l’altro, con i miei amici milanesi di 51Beat Record, con i quali ho lavorato molto in passato e realizzato nel 2013 la versione femminile di ‘Macho Boy’ uscito con Gigolo Records nel 2003. ‘Macho Boy’ Female Edition 12” conta la collaborazione con la polacca Anna Patrini e la berlinese Yasmin Gate.Usciranno dei miei remix fatti per vari artisti tra i quali, Jørgen Thorvald, Ethan Fawkes, Marc Ayats, PUTILATEX, Smitech Wesson e Fukkk Offf.Lavorerò con label come A-TRACTION Records, Space Factory, Still Distant Records e tante altre.Ma la cosa che mi coinvolge e mi gasa di più sarà l’uscita del mio quinto e nuovo album”.

Hai pensato a nuove opportunità di marketing o di promozione dellatua musica durante questo periodo di inattività?

Sto utilizzando molto i social per riproporre tutte le mie produzioni a partire dal 2003.La cosa assurda è che tanti colleghi o fan della mia generazione non ricordavano che avessi fatto certe tracce. Sto avendo un certo seguito dalle nuove generazioni, ancora non nate quando realizzai il mio primo singolo”.

Stai facendo serate? Se sì, dove?

No ma ne ho fatte tantissime per 17 anni. Ho girato il mondo e i migliori club, detto sinceramente ora mi esibisco solo se il cachet è interessante. Altrimenti me ne sto a casa”.

Che genere stai suonando? Hai avuto modo di esplorare nuovi generimusicali o di sperimentare con nuovi strumenti?

Io non sono un dj, nasco come produttore, quindi di solito suono la mia musica. Tuttavia, se capita suono solo ed esclusivamente old skool. Sono cresciuto ascoltando e ballando artisti come gli Amnesia, Lil’ Louis, Armando, Kraftwerk, Front 242, The Orb, KLF. Artisti che trovo ancora attualissimi dopo 30 anni”.

Adriano Canzian, foto di Alberto Gallitto

Possiamo parlare di rilancio della tua carriera musicale?

Artisticamente sono nato nel periodo dell’electroclash, nei primi anni 2000. Sto riscontrando un grande ritorno di interesse nei miei confronti, sia per fare nuove produzioni ma anche tante proposte per suonare live.In questi 20 anni di carriera ci ho messo tutto il mio cuore in quello che facevo. Ho lavorato sodo e duramente per poter realizzare qualcosa di unico e riconoscibile, nel suono e nella costruzione delle mie tracce in primis ma anche sulla mia immagine, i miei video, i miei performer. Sono orgoglioso del mio percorso e mi rallegra molto il fatto che dopo tanto tempo ci sia ancora gente che si accorge di me. Riconosce il mio valore come artista”.

E del Rocket che ricordi hai? Ci tornerai?

Il Rocket per me è stato molto importante, all’epoca, e parlo del 2002-2003, a Milano non c’era nulla di simile. Stava uscendo il mio primo singolo e volevo fare una festa. Ho girato per tutti i club proponendo la mia serata. Ero il primo italiano a far parte della Gigolo Records. Ciò nonostante, la scena non mi ha mai considerato, a parte una serata al Gasoline. Poi ho incontrato Max, proprietario del Rocket, che all’epoca si trovava in periferia, era molto piccolo ed era aperto da poco. Non era conosciuto né frequentato. Me ne innamorai subito. Mi sembrava di essere a Berlino”.

Tra te e Max ci fu da subito una forte intesa.

Gli proposi di fare un party ogni primo sabato del mese. Lui, coraggiosamente, mi diede carta bianca. La serata ebbe un successo incredibile ed inaspettato. Ad ogni festa che facevamo, fuori c’erano centinaia di persone in coda che aspettavano per entrare. Io e Max rimanemmo increduli. Ho un ricordo bellissimo di quegli anni. Sarò sempre grato a Max perché ha da subito creduto in me”.

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