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L’album di Meg: tanti universi sonori

Meg prosegue il suo cammino esplorando molteplici mondi sonori, alla costante ricerca di nuovi accordi e nuove scale. Lo ha fatto anche con il suo nuovo album, “Vesuvia”, uscito il 30 settembre scorso per Asian Fake/Sony Music (https://linktr.ee/meg_vesuvia). La cantante dice: “Spesso siamo troppo impegnati per ricordarci che siamo stati chiamati su questa terra per la sacra danza della vita. ‘Vesuvia’ mi ricorda di danzare e di cercare di rendere la mia danza contagiosa”. L’album è fortemente legato alle origini partenopee dell’artista e la scelta del titolo non è una coincidenza.

MEG_in una immagine di Bianca Peruzzi (Artwork, Post Production e Graphics: Michele Nannini)

Con otto album all’attivo, di cui quattro con i 99 Posse e altrettanti da solista, e dopo molte collaborazioni, Meg è oggi l’icona del cantautorato alternativo e sperimentale. “Sono cresciuta alle falde del Vesuvio”, ha detto la cantante durante la conferenza stampa. “La sua sagoma è casa e sento il suo richiamo sempre, anche quando sono dall’altra parte del mondo. Lo sogno di notte in maniera ricorrente: sin da bambina sono ossessionata da lui, è una presenza imponente nella mia coscienza ed è parte indissolubile di me. Ogni sua zolla, ginestra, sentiero, è come se fossero mia cellula, capello, ruga. È mia madre e mio padre. Da quando ho aperto gli occhi lui è il mio imprinting”.

La copertina dell’album ‘Vesuvia’

Le dodici tracce del disco si sono stratificate mese dopo mese e poi, a causa della pandemia, sono rimaste a lungo protette in un “magma incubatore fino al momento del risveglio”, quando, come in un’eruzione vulcanica improvvisa, in una manciata di mesi hanno dato vita all’intero lavoro: “Il magma ha assunto un’identità propria, definita e forte che mi ha nutrito e guidato, con tutta la sua irruenza e potenza. Mi sono sentita instancabile, quasi posseduta da un’energia vitale dimenticata. Mi sono detta: è Vesuvia che sta facendo questo lavoro per me”.

Le tracce contenute nel progetto, pur avendo ognuna una propria ben definità personalità, sono pianeti dello stesso mondo, legate imprescindibilmente gli uni agli altri dalla stessa forza gravitazionale. “‘Vesuvia’ nasce dalla costante minaccia che tutto ció a cui tieni possa svanire. D’improvviso. Questo è il destino di chi vive vicino a un vulcano, ma ‘Vesuvia’ quando esplode non porta devastazione, non sputa lapilli e cenere. La sua lava è composta da pentagrammi. La sua lingua di fuoco non devasta villaggi, ma fa danzare chiunque la sfiori”.

Attorno al flusso di lavoro di Meg tutto si muove. Il sound dark e elegante mette in risalto i sintetizzatori, le batterie elettroniche distorte, gli arpeggiatori e la vocal production. Tutto è stato studiato ad hoc per creare l’habitat ideale di “Vesuvia”. Meg prosegue: “Una tana scura, una casa-cratere, un tempio nascosto in cui accadono riti solenni, dove si piange per un mondo che va a rotoli e dove si ride fino alle lacrime, perchè la vita è un magma di macigni di dolore e gioia leggera”.

Il disco, anticipato dai due singoli, “Non ti nascondere” (vera e propria poesia esistenziale ed elogio dell’unicità) e “Fortefragile” (celebrazione dell’affascinante natura umana che oscilla tra fragilità e tenacia) è stato prodotto dalla poliedrica artista insieme alle collaborazioni di Frenetik, Orang3, Fugazza, Suorcristona, Tommaso Colliva e David Chalmin ed è stato mixato e masterizzato da Andrea Suriani. Vanta al suo interno i preziosi feat. di Elisa ed Emma (nel brano “Aquila”), di Altea, Alice, Sano e specchiopaura del collettivo napoletano Thru Collected (nel brano “Arco e Frecce”), del nuovo talento hard neomelodic Nziria (nel brano “Napolide”) e della pianista francese di fama mondiale Katia Labèque (nel brano “She’s calling me”).

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