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Massimo Alberti, nato con le cuffie

SANREMO, ITALY - FEBRUARY 04: Massimo Alberti attends the 72nd Sanremo Music Festival 2022 at Teatro Ariston on February 04, 2022 in Sanremo, Italy. (Photo by Daniele Venturelli/Daniele Venturelli/Getty Images )

Regista audio e video a RTL 102,5, dj in alcune delle manifestazioni più importanti della radio, si occupa di podcast e altri multimediali per il noto network

Ben 37 anni anni a RTL 102,5 e tanto amore per la musica dance. A Massimo Alberti capita, ogni tanto, quando cura la regia del programma La Discoteca Nazionale, al sabato sera, di programmare anche brani dall’intenso ritmo. “Ma preferisco i vecchi successi anni ‘70, ‘80 e ‘90”, rivela. Massimo Alberti nasce con le cuffie il 18 febbraio a Casnigo, in provincia di Bergamo. A 12 anni inizia la sua carriera radiofonica e a 13 diventa dj in discoteca. Nel 1985 supera un provino a RTL 102.5 dove lavora ancora oggi.

Come sei arrivato a suonare al festival di Sanremo?

Dopo il successo del programma su Rai 1 ‘Arena 60/70/80’, Amadeus mi ha proposto di andare sul palco dell’Ariston con lui per fare una sorta di lancio al nuovo programma, che faremo sempre per Rai 1 all’Arena di Verona, a settembre 2022. Ci saranno altre tre puntate sempre dedicate ai successi degli anni ‘70 e ’80. La novità di quest’anno è che ci saranno anche gli anni ’90 con artisti originali sul palco. Sapevo già da ottobre che sarei andato a Sanremo ma con il fatto che le discoteche erano chiuse era saltato tutto. Poi il decreto fortunatamente è cambiato e Amadeus mi ha chiamato dieci giorni prima che iniziasse il festival, riconfermandomi con lui sul palco”.

C’è tanta differenza da ciò che passi in radio e ciò che suoni nei dj set come dj?

Assolutamente sì. In discoteca devi tenere la pista e gestire meglio la serata, diluendo i pezzi per far divertire la gente almeno per un paio d’ore, mentre in radio sei più libero di sperimentare e puoi mettere pezzi anche più difficili da ballare o più raffinati”.

Da tanto tempo non produci. Perché?

Non produco dagli anni 2000. Con la digitalizzazione della musica e soprattutto grazie ai portali che permettevano di scaricarla gratuitamente non me la sono sentita di investire troppo tempo in produzioni, che in molti suonavano e sempre in meno compravano. Ma proprio quest’anno mi è tornata la voglia e tornerò a fare produzioni e remix. So lavorando a 5 remix per un progetto di un artista di fama mondiale”.

Quali radio nel mondo hanno secondo te un occhio di riguardo nei confronti della musica dance?

Sono molte. Ascolto molti network ma preferisco le radio piccole o regionali che non hanno filtri su scalette e programmazione, e quindi hanno una playlist molto più allargata e completa”.

Nella musica dance si fa molta attenzione alle classifiche? I feedback servono ai dj per avere più certezze?

Le classifiche sono molto importanti per decretare i successi o creare pezzi virali o tormentoni. Per quel che riguarda i feedback sono abbastanza contrario perché primo esce troppa musica ed è molto difficile gestirla o giudicarla e secondo ci sono troppi leoni da tastiera che si sentono maestri senza nemmeno avere la competenza di una struttura o stesura di un pezzo, terzo sono in pochissimi quelli che lasciano i feedback costruttivi. Personalmente, ne lascio pochi anche io, perché, come ripeto, mi arrivano troppi pezzi e non mi va di deludere o illudere nessuno”.

Come si fa a rilanciare il settore dopo la pandemia?

Innanzitutto, bisogna riaprire le discoteche, le piazze, le spiagge e tutti i luoghi dove poter tornare a divertirsi anche ballando. Tornando alla mia apparizione a Sanremo, un altro messaggio che volevamo lanciare era proprio quello di riaprire i locali, perché la gente ha voglia di tornare a ballare e, visto che tutto il pubblico del teatro Ariston ballava (cosa non semplice da fare), figuriamoci il pubblico in tutta Italia che voglia di tornare a ballare e divertirsi abbia almeno per una sera. Il settore della dance ripartirà, anche con la musica italiana, perché anche Amadeus, dal palco di Sanremo, ha lanciato dei successi che sentiremo spesso in discoteca. Se avete notato, circa il 70 per cento delle canzoni del festival erano con la cassa in quattro”.

Come immagini una tua discoteca ideale?

La mia discoteca ideale è quella che quando entri la cassiera ti fa il sorriso, quella che i bagni siano puliti, quella senza troppe code al bar, quella dove non servano troppi buttafuori, quella dove le ragazze possano ballare tranquillamente senza essere molestate, quella senza risse e soprattutto quella con l’impianto che suona bene, senza limiter o distorsioni”.

Chi è il dj che stimi maggiormente?

Sono in molti, soprattutto della vecchia generazione come Jellybean Benitez, Dave Morales, ‘Little’ Louie Vega ma anche Bob Sinclar, Avicii (che manca moltissimo alla dance), Purple Disco Machine, Kungs; per quel che riguarda i dj italiani da Molella a Benny Benassi, da Christian Marchi a Joe T. Vannelli, dai CubeGuys ai Meduza. Per quel che riguarda i dj del futuro mi piace molto lo stile di EdmMaro”.

Come immagini la radio del futuro? Come pensi si evolveranno le radio classiche (in modulazione di frequenza)? Si svilupperanno in radio satellitari oppure in web radio?

Questo è un grosso punto di domanda. Credo che le radio del futuro siano molto più tematiche. Sicuramente le radio saranno digitali e web, visto che ora aprire una web radio è quasi accessibile per tutti (io ne ho quattro). Saranno radio tematiche, soprattutto musicalmente, come il modello americano: saranno tante e con solo uno o due generi musicali”.

Cosa consiglieresti a chi volesse intraprendere la carriera da dj?

Di partire da radio minori o discoteche piccole e di non avere fretta nell’ottenere risultati, io stesso non avrei mai pensato di arrivare a fare il mio lavoro al Festival di Sanremo, dopo 40 anni di carriera”.

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