Alex Nocera e Sergio Mauri su FutureHouseCloud presentano un progetto davvero furbo. Il nuovo lavoro nasce l’anno scorso durante il periodo di pandemia e restrizioni durante il quale la coppia ha avvertito l’esigenza di continuare un cammino discografico comune. Dopo singoli come “Shout” e “Dale Dale” è arrivata così “Hocus Pocus”, che ha origine da un’idea di Sergio Mauri e ispirato dal film di Harry Potter. I due hanno prodotto la traccia partendo da un groove anni Novanta, lavorando su un basso in levare e con una voce in falsetto molto coinvolgente. “L’aspetto musicale è legato a una forte influenza del brano ‘Carion’ di Magic Box, un mix di nostre sonorità, attuali, a una leggera influenza di trentennio fa”, spiegano Alex Nocera e Sergio Mauri, al momento molto concentrati anche sui propri progetti solistici.
“Stiamo lavorando ad altri singoli a quattro mani. Non escludiamo l’idea di pubblicare insieme un EP o un album con i nostri lavori in collaborazione e qualche inedito, come fece Sergio nel 2019 con il suo album in cui ha raccolto i suoi successi degli ultimi dieci anni”, ricorda Nocera.
“Hocus Pocus” non è una collaborazione one-shot bensì la conferma della loro unione artistica e di amicizia. “ Entrambi abbiamo spesso condiviso la consolle nei vari club da nord a sud Italia, festival come la Molo Street Parade, il BCM a Maiorca, solo per citarne alcuni. Continueremo a collegare la nostra professione insieme alla nostra storica amicizia”.
In questo momento per loro la parola d’ordine è diversificare. “Lavorare andando oltre ai nostri progetti musicali, gestire le nostre etichette per far emergere nuovi talenti, in qualità di editori puntiamo molto anche a sviluppare questo lato importante della nostra professione”.
I due non simpatizzano per gli algoritmi e in particolare i social. “Non hanno nulla di musicale ma solo numeri. Però crediamo che non saranno deleteri: musica, come ogni forma d’arte, sia adegua a tutto, a ogni tipo di diffusione, supporto, evoluzione di marketing. Anni fa si pensava che eliminando i supporti fisici il mercato musicale sarebbe morto, invece si è trasformato. Si è trovato un modo diverso sia di distribuire le tracce che di monetizzare”.
Tutto il settore si sta evolvendo. “Con alti e bassi, ma fanno parte dell’evoluzione. Per esempio, oggi sappiamo che il futuro sarà tutto basato sullo streaming, sia audio che video, e già quando in studio lavoriamo su una traccia ci preoccupiamo di fare stesure più concentrate per cogliere l’attenzione dell’ascoltatore che fa play. Nei master finali creiamo i vari cut per i video dedicati ai vari social”.
N’è limite alla sperimentazione. “Soprattutto oggi che abbiamo a disposizione mezzi e tecnologie che ti permettono in modo veloce e relativamente facile di realizzare musica di ogni genere”.
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