riccardosada
La storia di “Origins” è semplice. “Il suo tema principale è rappresentare nuovamente la musica con cui sono cresciuto”, spiega lo stesso autore, Activa. “Durante la produzione ho sempre saputo che volevo che l’uscita funzionasse in una sua doppia potenza di fuoco, sia come album strutturato in modo tradizional ma anche come qualcosa che potesse essere sperimentata nel mix”. Questa però è solo metà della storia. È la motivazione dietro che rende “Origins” intrigante è che per il dj l’album è una sorta di… rifacimento, una seconda possibilità. Contestualmente, la carriera di produzione di Rob è iniziata dopo che la corsa allo spazio della musica trance era già stata vinta.
Rob Stevenson, piuttosto che remixare o rimasterizzare le sue vecchie tracce, ha deciso di registrare un album che dal punto di vista tonale avesse il sapore degli anni d’oro della trance ma con la capacità produttive e le tecniche contemporanee. “Sento che il progresso è davvero progresso solo se le cose migliorano davvero e non sono sicuro che sia sempre stato così con la musica trance. Come genere, spesso si allontana da quello che era, a volte diventando quasi una caricatura di se stesso”.
Nel corso dell’anno, Stevenson ha lasciato una scia produttiva che ha attraversato la primavera, l’estate e l’autunno lasciando impronte come tracce del calibro di “Polestar” e “Into Pieces” ma anche pezzi come “Return To Life”, “Fall In” e il suo attuale singolo, “Stranger” con Jennifer Rene. Nelle 15 tracce presenti nella tracklist come ospiti figurano solo Orkidea, Rolo Green e John Dopping. “Non avrebbe avuto molto senso contare su troppi featuring, avrei snaturato l’intero lavoro”.
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