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Curiosità in “Bitches, she is Madonna”

Il libro di Ludovico De Bonis, edito da I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, analizza attraverso i fan il fenomeno dietro alla popstar

Con il libro “Bitches, she is Madonna” l’autore Ludovico De Bonis ha combinato la sua passione per la pop star americana al proprio background culturale. Esperto e studioso di Comunicazione e Analista dei Media, De Bonis fotografa con attenzione ciò che rende eccezionale il lavoro sulla stessa artista: una analisi sul fenomeno raramente raccontato. Si tratta della testimonianza diretta dei fan attraverso una ricerca empirica condotta con la tecnica dell’intervista qualitativa. De Bonis ha messo a confronto generazioni diverse. Da questo studio generazionale emerge chiaramente che il fandom della cantante è fortemente caratterizzante, cioè i punti di contatto e le differenze di opinione tra i fan ventenni, trentenni e quarantenni intervistati, sono esattamente gli stessi. In sostanza, sia la generazione ventenne che quella quarantenne, apprezzano e mostrano un certo malcontento per gli stessi aspetti artistici e personali della performer artist nonostante il notevole divario anagrafico. L’analisi della carriera artistica di Madonna arriva fino a “Madame X”, suo ultimo lavoro discografico.

Il mio libro ha una storia particolare e datata in quanto risale al lontano 2010 quando, durante una lezione di ‘Teoria e Analisi delle Audience’ tenuta dalla professoressa Romana Andò a La Sapienza di Roma, si scoprì, con grande stupore, che il fan era stato oggetto di studio di molti sociologi e analisti del settore della comunicazione. Solo che, negli anni passati, non godeva di una buona reputazione perché era considerato una persona che non era in grado di distinguere la realtà dalla fantasia, era un emarginato sociale che accumulava oggetti di nessun valore e veniva rappresentato anche nelle pellicole cinematografiche come uno psicopatico e asessuato. Ovviamente sentendo tali affermazioni ed essendo fan anch’io non mi rispecchiavo affatto in quella descrizione. Perciò mi sentii quasi in dovere di intervenire e prendere la parola durante la lezione asserendo che anche io ero fan ma non mi sentivo un emarginato sociale o altro. Poi la professoressa, che poi sarebbe diventata la mia relatrice, mi domandò incuriosita di chi fossi o mi ritenessi fan”.

E orgogliosamente la risposta fu Madonna?

Ero solo agli inizi del mio percorso di studi della laurea specialistica in ‘Industria Culturale e Comunicazione Digitale’ e c’erano ancora molte cose che avrei scoperto sui fan, la cultura popolare e Madonna stessa. Fu la stessa relatrice a consigliarmi di inserire la performer artist Madonna tra gli argomenti della tesi. Io non ero pienamente convinto perché non volevo cadere nell’ovvietà dato che chi mi conosceva sapeva la mia innata e perenne passione per la Ciccone. Poi, in un secondo momento cedetti perché, siccome la mia aspirazione è sempre stata ed è tuttora quella di diventare un critico e analista dei media Romana Andò esplico la sua scelta in modo convincente dicendo che mi sarebbe tornato utile parlare del fenomeno Madonna non come fan ma come studioso della comunicazione e analista del media. A tesi finita non solo la mia relatrice rimase soddisfatta del risultato, ma anche altri docenti e assistenti che insegnavano a La Sapienza manifestarono lo stesso entusiasmo e mi dissero di non trascurare l’idea di farla pubblicare”.

Così a distanza di anni, per la precisione a maggio 2019, la Edizioni Virgilio accettò di pubblicare la sua tesi.

Decisi, infatti, su consiglio degli addetti ai lavori, di eliminare le parti che potevano risultare più tediose e di difficile comprensione per un pubblico di massa o per i fan meno istruiti e di aggiornare il mio lavoro fino all’ultima fatica discografica di Madonna che risaliva, per l’appunto, a giugno 2019. Quindi i lettori che hanno acquistato il mio libro (allora in italiano) avranno tra le mani il risultato di un anno di lavoro (9 mesi di tesi + 3 mesi di aggiornamento)”.

Il suo “incontro” con Madonna è avvenuto in tenera età.

Avevo solo tre anni. Era il 4 settembre 1987 quando sulla prima rete Rai, oltre 14 milioni di persone erano davanti al televisore a guardare ‘Who’s that Girl Tour – Ciao Italia”’. Era la prima volta di Madonna in Italia che per l’occasione aveva presentato il suo spettacolo a Firenze e a Torino. Era anche la prima volta che mi imbambolavo letteralmente nel guardare sul teleschermo questa donna minuta che con tanta energia, ironia, precisione, determinazione dominava il palco. Da quel momento in poi, non l’ho più abbandonata. Madonna per me rappresenta l’infanzia, il distacco dalla realtà, la leggerezza, l’intelligenza, il sudore, la tenacia e la caparbietà. Rievoca, altresì, il ricordo di una madre persa prematuramente vista la notevole somiglianza (ma questo è un concetto che ho maturato inconsapevolmente e consapevolmente col tempo). Io personalmente sono attratto dalle donne intelligenti, ironiche e che fanno della disciplina e del vigore i loro capisaldi vitali. Sicuramente ho tratto insegnamento/ispirazione da una donna come lei. Una donna che rompe gli schemi e avanti anni luce e non ha paura di esporsi. Studiando il fenomeno in maniera superpartes (lo so potrei non risultare credibile, visto il mio considerevole coinvolgimento) e mettendo a frutto quello che ho imparato negli anni come studioso della comunicazione, ho compreso ancora di più che uno dei tanti segreti del successo di Madonna sta proprio nel fatto che non c’è molta differenza tra la Madonna sul palco e quella della vita di tutti i giorni, in quanto la Ciccone nelle sue canzoni racconta e canta quello che vive, crede e pensa toccando disparate tematiche che vanno a toccare la famiglia, la politica, il femminismo, l’amore (inteso anche come piacere sessuale), l’omosessualità, fino all’ageismo. Tutto questo fa pensare e presagire, come ho analizzato nel mio libro, che Madonna è l’emblema della cultura popolare in quanto quest’ultima concettualmente è governata dalla resistenza così come avviene per la performer artist di origini italiane. Infine, Madonna rispetto alle altre artiste pop, ha un fandom caratterizzante, ossia i fan, pur appartenendo anagraficamente a diversi periodi/decenni storici, apprezzano e allo stesso tempo criticano gli stessi aspetti artistici/musicali e personali che hanno accompagnato Madonna nel corso del tempo. In sostanza, nel mio libro si evince che i ventenni e i quarantenni hanno espresso, in maniera diretta e spassionata, quelli che potevano essere i punti di contatto e le differenze degne di nota inerenti a questa performer artist dall’identità complessa”.

Il suo lavoro editoriale non è la classica biografia sull’artista.

Si tratta di una vera e propria analisi di ricerca in cui la Ciccone è accostata al concetto di fan e cultura popolare. Non è un libro solo per i fan ma anche per chi volesse scoprire e conoscere nuovi aneddoti sull’artista, per chi è fan in generale, per la gente comune e gli addetti ai lavori. Pensate che il libro è stato apprezzato persino da Sergio Bonzanni, uno dei produttori che hanno collaborato con Madonna in occasione del disco ‘Madame X’. Ed è stato proprio questo produttore, arrangiatore e compositore a consigliarmi di pubblicare il libro anche in lingua inglese perché secondo il suo prezioso parere avrebbe avuto enormi chance anche a livello internazionale. Così arriviamo al lieto fine della storia”.

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