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Reynolds e il suo nuovo libro: ritorno al futuro

La musica elettronica affascina così tanto perché́ promette il futuro: è la musica di domani, oggi. Questa storia personale e dizionario amoroso di mezzo secolo di musica elettronica – costruito attraverso profili, saggi e interviste – sono diventati “Futuromania”, l’ultimo libro di Simon Reynolds, uno dei più grandi critici musicali contemporanei, uscito in Italia grazie a Minimum Fax.

Reynolds eleva a titolo l’orgogliosa dipendenza dal nuovo, l’amore per tutto ciò che sembra arrivare alle nostre orecchie come un ambasciatore della forma sonora delle cose che verranno. Un lungo percorso che dagli anni Settanta di Giorgio Moroder, Kraftwerk e Brian Eno porta al synth-pop, alla musica della cultura rave, a Burial e ai tardi anni Dieci della trap e della conceptronica e che nasconde un’inquietudine, se non proprio un paradosso: la sensazione che in qualche modo siamo andati oltre il futuro, e lo abbiamo lasciato alle spalle.

“I Feel Love”, “Trans-Europe Express” e le altre profetiche registrazioni del nostro avvenire pop iniziano a sembrare memorie fantasmatiche di una modernità e di un modernismo ormai finiti. I sogni elettronici sono quindi fatti della promessa e del ricordo del futuro, sono desideri e ossessioni insieme. Futuromania è una guida tanto autorevole quanto entusiasta, informa e soprattutto spinge il lettore alla scoperta del nuovo, accompagnandolo in fantastiche avventure sonore. Perché, come dice l’autore, “qui dentro c’è tutta una vita di ascolto elettronico”.

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